Definizione e Fisiopatologia
Da un punto di vista fisiologico la Pressione Endocranica può essere definita come lo “steadystate” dei valori di pressione del liquor cefalorachidiano all’interno della scatola cranica
-Tale valore è funzione dell’attività respiratoria e cardiaca in relazione alle ritmiche fisiologiche modificazioni di tali parametri.
La pressione intracranica. il cui valore “normale “ varia tra 0 e 10 mm Hg è regolata dalla omeostasi di tre compartimenti, intracranici e spinali rappresentati da:
- Volume encefalo-spinale (1300-500 ml)
- Volume ematico cerebro-spinale 150 ml)
- Volume CSF ( 150 ml)
Considerato che l’encefalo è contenuto in un “involucro” rigido la scatola cranica, ogni aumento del volume di una delle componenti di tali compartimenti deve essere bilanciato da una diminuzione volumetrica di almeno una delle altre due componenti
In condizioni fisiologiche, in relazione alle normali variazioni del flusso ematico cerebrale e del liquori è un equilibrio dinamico tra questi tre componenti.
Tale equilibrio giustifica il fisiologico adattamento del “sistema” ai repentini aumenti dei valori della pressione endocranica che si realizzano quotidianamente in relazione a eventi come il tossire, che comportino l’esecuzione della manovra di Valsalva.
La compliance del sistema di fronte ad ogni aumento di pressione intracranica è correlata all’intervallo di tempo in cui l’aumento pressorio si verifica.
Un aumento pretorio che si verifichi progressivamente nel tempo consente infatti l’instaurarsi di quei meccanismi compensatori che comportano modificazioni del volume ematico cerebrale regionale e del liquor cefalo-rachidiano.
Tali meccanismi compensativi, il cui instaurarsi richiede giorni o settimane, non sono invece in grado di compensare bruschi e repentini aumenti pressori.
Gli aumenti di volume e pressione intracranica sono tra di loro reciprocamente correlati secondo un andamento esponenziale per cui un incremento uniforme del volume intracranico determina progressivamente un incremento maggiore della pressione intracranica.
L’ipertensione endocranica (IE) si riferisce a un aumento patologico della pressione all’interno del cranio (pressione intracranica, PIC) che supera il limite normale di 10-15 mmHg negli adulti.
È una condizione potenzialmente grave, spesso associata a disturbi neurologici, traumi cranici, emorragie cerebrali, tumori cerebrali, infezioni e altre condizioni che influenzano il contenuto del cranio (cervello, sangue e liquido cerebrospinale).
L’aumento della pressione intracranica può ridurre il flusso sanguigno cerebrale, causando ischemia e danni neuronali. In situazioni gravi, può portare a ernia cerebrale, una condizione in cui il tessuto cerebrale viene spostato fuori dalla sua normale posizione anatomica, con conseguenze potenzialmente letali.
Eziologia
Le cause dell’ipertensione endocranica possono essere molteplici, tra cui:
- Traumi cranici: L’IE può derivare da ematomi subdurali, ematomi epidurali o emorragie intracerebrali.
- Tumori cerebrali: La massa tumorale occupa spazio e può ostacolare il drenaggio del liquido cerebrospinale (LCS), aumentando la PIC.
- Idrocefalo: L’accumulo di LCS a causa di un difetto nel drenaggio può causare un aumento della PIC.
- Infezioni cerebrali: Meningiti e encefaliti possono causare edema cerebrale e quindi IE.
- Accidenti vascolari cerebrali: Emorragie intracerebrali o subaracnoidee.
- Trombosi venosa cerebrale: Può impedire il normale deflusso del sangue, aumentando la pressione.
Sintomi
I sintomi dell’IE possono variare a seconda della gravità e della causa sottostante, ma i più comuni includono:
- Cefalea, spesso peggiore al mattino o con la posizione supina.
- Nausea e vomito.
- Disturbi visivi (edema della papilla ottica, diplopia).
- Alterazioni dello stato mentale, da sonnolenza a coma.
- Crisi epilettiche.
Diagnosi
La diagnosi di IE richiede un’approccio multidisciplinare che include:
- Valutazione clinica: Analisi dei sintomi e segni fisici.
- Neuroimaging: Tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RM) per identificare lesioni, emorragie o altre cause strutturali.
- Monitoraggio della pressione intracranica: Utilizzato nei pazienti con trauma cranico grave o in terapia intensiva per monitorare la PIC in tempo reale.
Trattamento
Il trattamento dell’IE dipende dalla causa sottostante, ma può includere:
- Misure mediche: Uso di diuretici osmotici come il mannitolo, iperventilazione controllata, sedazione per ridurre il metabolismo cerebrale.
- Interventi chirurgici: Decompressione chirurgica (craniectomia) o drenaggio del liquido cerebrospinale.
– Trattamento della causa sottostante: Rimozione di tumori, trattamento di infezioni, gestione di emorragie.
Dati Statistici
I dati epidemiologici sull’IE variano in base alla popolazione studiata e alla causa specifica. Tuttavia, alcuni dati generali includono:
Incidenza: L’IE è comune nei pazienti con trauma cranico grave, con un’incidenza che può variare dal 20% al 45% in questi pazienti.
Prognosi
La prognosi dei pazienti con IE dipende dalla causa e dalla rapidità con cui viene trattata.
Nei casi di trauma cranico, l’IE non trattata può portare a esiti fatali in oltre il 50% dei casi, mentre l’intervento tempestivo può migliorare significativamente la sopravvivenza e ridurre i danni neurologici permanenti.
- Tassi di mortalità: La mortalità associata all’IE varia ampiamente a seconda della causa. Ad esempio, i tassi di mortalità per i pazienti con emorragia subaracnoidea e IE possono superare il 30-40%, mentre i pazienti con tumori cerebrali maligni e IE hanno una prognosi significativamente peggiore.
- Epidemiologia specifica: Nei pazienti pediatrici, l’IE può essere particolarmente comune in casi di idrocefalo e traumi cranici, mentre nei pazienti anziani, le cause più frequenti sono rappresentate da emorragie intracerebrali e tumori cerebrali.
Studi e Ricerche
Numerosi studi hanno esaminato vari aspetti dell’IE, dalla fisiopatologia alla gestione terapeutica:
- Studio AANS (American Association of Neurological Surgeons): Un’indagine su pazienti con trauma cranico ha mostrato che il monitoraggio della pressione intracranica è associato a una riduzione della mortalità del 45% nei pazienti che ricevono un trattamento mirato rispetto a quelli trattati senza monitoraggio.
- Ricerca sull’Idrocefalo: Uno studio pubblicato su *The New England Journal of Medicine* ha evidenziato che nei bambini con idrocefalo, la ventricolostomia endoscopica terzo ventricolo (ETV) è un’alternativa efficace allo shunt ventricoloperitoneale, con un rischio inferiore di complicanze a lungo termine e recidiva dell’IE.
- Studi su Tumori Cerebrali: Uno studio multicentrico ha rivelato che l’uso di farmaci corticosteroidi per ridurre l’edema cerebrale nei pazienti con tumori cerebrali maligni può diminuire temporaneamente la pressione intracranica, migliorando i sintomi, ma a lungo termine non altera significativamente la sopravvivenza.
- Ricerca sull’Emorragia Subaracnoidea: Uno studio condotto su oltre 1000 pazienti ha mostrato che un intervento chirurgico precoce (entro 24 ore) in pazienti con emorragia subaracnoidea e IE riduce il rischio di danni neurologici permanenti e migliora la sopravvivenza a lungo termine.
Conclusioni
L’ipertensione endocranica rappresenta una condizione critica che richiede un intervento tempestivo per prevenire danni cerebrali irreversibili e migliorare la prognosi. La comprensione
della fisiopatologia, combinata con un approccio diagnostico accurato e strategie terapeutiche adeguate, è essenziale per la gestione efficace di questa condizione.
Bibliografia
Vari articoli da PUBMED
Presentazione Dr.ssa N.Platania UniCatania gastroepatico.it
Ultimo aggiornamento settembre 2024